martedì 16 agosto 2016

50 Sfumature di Ignoranza

Ieri, 15 Agosto, il quotidiano Libero diretto da Vittorio Feltri ha pensato di uscire con un supplemento incentrato sulle critiche sia all'Unione Europea che all'euro e vi ha dedicato 50 ragioni per uscirne. L'iniziativa evidentemente cerca di recuperare lettori visti gli assai deludenti dati sulle vendite:


Ho letto velocemente i 50 punti che non sono altro che una raccolta dei soliti luoghi comuni e scemenze falsità che vengono ribadite da qualche anno praticamente ogni giorno, 50 punti scritti da un economista...ah no, pardon, da un filosofo, che insegna presso l'Università di Genova: il Prof. Paolo Becchi.
Oramai l'economia è una materia accessibile a tutti...pare...è sufficiente qualche lettura di qua e di la su internet. Un po' come la medicina che per qualcuno dopo aver guardato 4 serie consecutive di Grey's Anatomy pensa di essere in grado di svolgere l'attività di chirurgo.
Quindi il Prof.Becchi che non mi risulta aver mai avviato e condotto alcuna attività imprenditoriale o quantomeno manageriale, oppure pubblicato studi di economia, ora ci viene a spiegare perché dovremmo uscire dall'euro, dalla Unione Europea ed i vantaggi che ne deriverebbero da questa scelta.
Le contraddizioni e gli errori riscontrabili in praticamente tutti i punti descritti sono rilevabili anche da uno studente universitario di livello medio di preparazione.
Replicare comunque punto per punto mi risulta oramai noioso, stufo di ripetere sempre le stesse cose, quasi sicuramente anche per chi legge tenuto conto che siamo ancora nel periodo di vacanza per molti italiani. Ho pensato quindi di farlo in un modo del tutto leggero, che possa essere letto in maniera divertente da chi ha comunque desiderio di capire perché l'Italia non chiederà mai l'uscita dall'euro unilateralmente, una scelta che non è invocata infatti da nessuna tra le diverse componenti sociali (Imprese, Istituti bancari, Banca d'Italia etc...) per il semplice fatto che non ci conviene assolutamente, anzi, sarebbe del tutto disastroso.

Immaginiamo che in un futuro non molto distante uno dei partiti più euroscettici, ad esempio la Lega, ottenga la maggioranza assoluta in Parlamento alle prossime elezioni (così non c'è necessità di alleanze) e che Matteo Salvini sia nominato Presidente del Consiglio.
Supponiamo che Salvini, una settimana prima di recarsi ad un Consiglio Europeo in cui ha intenzione di informare gli altri capi di Stato e di governo della volontà dell'Italia di uscire dall'euro, voglia incontrare il presidente di Confindustria per dargli in anteprima la notizia, convinto, dal suo punto di vista, che le imprese ne siano ben contente in quanto i maggiori beneficiari, in particolare quelle esportatrici.
Ho immaginato che tra loro, una volta che Salvini ha esposto la sua volontà al presidente dell'associazione degli industriali, avvenga un dialogo più o meno come il seguente:

Salvini: "Allora presidente, che ne dice...è contento? La vedo un po' perplesso..."

Presidente Confindustria: "Beh, vede presidente Salvini, io apprezzo a nome di tutti gli industriali la sua volontà di sostenere le nostre attività, ma non credo che una uscita dall'euro sia la giusta soluzione, soprattutto in questo momento in cui i mercati finanziari ci stanno voltando le spalle con i tassi di interesse in crescita, le banche che ci stanno limitando il credito e la prospettiva che prima che questo passaggio dall'euro alla nostra moneta avvenga, molte imprese non riescano a resistere e siano costrette a chiudere."

Salvini: "Sì, sono consapevole della pressione che i mercati finanziari stanno esercitando su di noi, ma sono convinto che durerà poco. Ben presto avremo la nostra lira e saremo in grado di contrastarli e di dare un sostegno all'economia dato che saremo liberi dai vincoli di Bruxelles."

Presidente Confindustria: "Il punto presidente è che l'uscita richiederà tempo ed inoltre non è prevista l'uscita dalla sola moneta unica, al momento è contemplata solo quella dall'Unione Europea e questo comporta di conseguenza l'estromissione dal mercato unico con conseguenze gravi per tutta la nostra economia."

Salvini: "Ma no presidente, si tranquillizzi...si può benissimo uscire dalla moneta unica rimanendo comunque membri dell'Unione Europea. Ora glielo dimostro, chiamo il ministro per gli Affari Europei e glielo faccio confermare da lui!"

Qualche minuto più tardi entra il ministro per gli Affari Europei e Salvini gli chiede di confermare al presidente di Confindustria che è possibile uscire dall'euro rimanendo nella UE.

Ministro A.E.: "Se posso essere sincero presidente Salvini, il presidente di Confindustria ha ragione, al momento non è contemplata l'uscita di un Paese solo dall'euro, ma dalla Unione Europea. Secondo l'art.50 infatti ciascuno Stato membro può chiedere di uscire, ma è scritto chiaramente che la richiesta riguarda l'Unione Europea. Per uscire dalla sola moneta unica servirebbe un nuovo regolamento mediante accordo in cui tutti gli Stati membri siano d'accordo. Ma poi, mi chiedo, non vedo perché lei voglia uscire solo dall'euro e non dalla Unione Europea..."

Salvini: "Perché così saremmo liberi di avere una nostra politica monetaria e fiscale, non saremmo più vincolati ad una moneta sopravvalutata per la nostra economia e ci libereremmo contestualmente di tutti quei ridicoli vincoli di bilancio!"

Ministro A.E.: "Questo lo avevo capito ed è infatti per questo motivo che ritengo che lei, se desidera attuare tutto questo, deve chiedere di uscire del tutto dall'Unione Europea e non dall'euro solamente."

Salvini: "Si spieghi meglio..."

Ministro A.E.: " Vede presidente, i vincoli di bilancio che sono contemplati nei vari trattati, da quello di Maastricht al Fiscal Compact, dal Sixpack al Twopack eccetera non sono solo rivolti ai Paesi che hanno adottato l'euro ma a tutti, tranne coloro che non ne hanno sottoscritto qualcuno. Ammesso che gli altri partner siano favorevoli ad un accordo che ci consenta di uscire solo dall'euro, come la mette con tutti i trattati che abbiamo sottoscritto?"

Salvini: "Li ripudiamo..."

Ministro A.E.: "Se mi permette presidente, non è così semplice...e proprio qui sta il punto! Nessun partner accetterebbe mai di concederci di uscire dall'euro rimanendo comunque nella Unione Europea lasciandoci poi liberi, a differenza di tutti gli altri, di fare una politica di bilancio del tutto arbitraria ed indipendente.
La stessa adesione all'Unione Europea contempla dei vincoli che non si possono tralasciare..."

Salvini: "E allora vorrà dire che chiederemo l'uscita dall'Unione Europea...in fondo non ho mai visto alcun vantaggio nell'adesione."

Presidente Confindustria: "Ma così usciremmo dal mercato comune, per noi sarebbe un disastro!"

Salvini: "Ma no, si tranquillizzi, chiederemo di stipulare un accordo come quello che si è fatto con Norvegia, Liechtenstein, Islanda e Svizzera."

Ministro A.E.: "E' una ipotesi azzardata presidente Salvini, perché quei Paesi fanno parte dell'EFTA e l'accordo è stato preso appunto tra la loro organizzazione e la UE. Noi, in caso di uscita dalla UE, avremmo due possibilità: 1) Chiedere l'adesione all'EFTA. E la vedo una possibilità alquanto remota se non inverosimile. 2) Stipulare un accordo bilaterale con la UE, ma temo che qualche governo si opporrà..."

Salvini: "Chi? La Germania?"

Ministro A.E.: "Ritengo di sì presidente...e non solo Berlino. Ricorda le dure affermazioni del ministro Schäuble poco prima del referendum britannico? E tenga presente che si trattava della Gran Bretagna con cui la Unione Europea e la Germania in particolare hanno scambi commerciali importanti."

Salvini: "Quindi? Noi siamo l'Italia, anche con noi hanno scambi importanti!"

Ministro A.E.: "Certamente, ma la Germania esporta in Gran Bretagna 90 miliardi di euro contro i nostri 58, ma fattore più importante è il surplus: 51 miliardi con loro e 9 miliardi di euro con noi! Se hanno fatto la voce grossa con loro figuriamoci con noi...non fosse altro per evitare possibili ulteriori defezioni. Una rottura dell'euro causerebbe loro notevoli perdite.

Presidente Confindustria: "Presidente Salvini, mi permetto di rammentarle il problema del credit crunch in atto da parte delle banche. Alcuni nostri associati, ma in particolare le piccole medie imprese, segnalano una situazione di estrema gravità."

Salvini: "Va bene. Me ne occupo subito con il presidente dell'ABI, lo convoco per domani mattina e mi dirà che cosa sta succedendo."

A quel punto l'incontro ha termine ed il giorno seguente Salvini incontra il presidente dell'Associazione Bancaria Italiana per avere informazioni circa i motivi di questa stretta creditizia che le banche stanno mettendo in atto a danno delle imprese e delle famiglie.

Salvini: "Presidente, mi spieghi cosa sta accadendo. Le imprese stanno subendo una stretta creditizia che le sta mettendo in crisi."

Presidente ABI: "E' vero presidente Salvini, ma purtroppo non possiamo farne a meno perché anche noi siamo in seria difficoltà. Siamo sotto attacco su 3 fronti che ci stanno mettendo in crisi. Il primo riguarda gli assets rappresentati dai nostri titoli di Stato che da qualche tempo sono venduti ad un prezzo sempre decrescente e questo riduce il valore a bilancio delle nostre attività e di conseguenza le nostre banche registrano perdite o comunque una sensibile riduzione dei margini di profitto. In secondo luogo è in atto una fuga di capitali verso l'estero da parte dei residenti che temono perdite in caso di uscita dall'euro. Infine il mercato interbancario, le banche straniere temendo una nostra uscita dall'euro non ci stanno più prestando denaro e noi non riusciamo a restituire i debiti che giungono a scadenza. Siamo quindi costretti a ridurre i fidi ed a prestare denaro solo a coloro che posseggono i rating più elevati, che in questo periodo sono davvero in pochi."

Salvini: "Procediamo per ordine...i crescenti rendimenti ed il conseguente aumento dello spread, come quello del 2011, è sicuramente un attacco dei 'poteri forti', della speculazione, per spaventarci ma non credo che durerà molto. Se usciamo dall'euro, a breve torneremo con la nostra valuta e non dovremo più preoccuparci.

Presidente ABI: "E' invece proprio questo il punto. Non si tratta solo della speculazione, ma di tutti gli investitori in generale. A nessuno interessano i nostri BTP attualmente, ci perderebbero.

Salvini: "Si spieghi meglio..."

Presidente ABI: "Per un investitore straniero avere oggi un BTP che vale 100 euro e vederselo rimborsare un domani con 100 lire, che rispetto all'euro stesso o comunque verso la sua valuta avrebbe un valore del 25 o 30% inferiore, costituirebbe una forte perdita. Per questo motivo c'è già chi preferisce oggi disfarsene anche accettando una certa perdita, l'importante è che sia inferiore a quella che avrebbe una volta ridenominato il titolo nella nostra nuova moneta.

Salvini: "Ma la maggior parte dei nostri titoli di Stato è oggi in mani italiane. Loro non ci perderebbero nulla."

Presidente ABI: "Non esattamente presidente. Vede, per un investitore italiano è più conveniente preferire ad un nostro BTP un Bund tedesco, un Treasury statunitense o un Gilt britannico, in quanto alla scadenza riceverebbe un controvalore nella valuta di emissione il cui importo una volta convertito in lire gli consentirebbe un guadagno extra.

Salvini: "Insomma mi sta dicendo che uno straniero ha interesse a venderlo per evitare perdite ed un italiano per guadagnare sul cambio!"

Presidente ABI: "Esattamente...in ogni caso, come sta succedendo attualmente, il prezzo è destinato a scendere ancora e questo causa danni ai possessori, che come sa sono proprio le banche."

Salvini: "Senta... poi mi diceva della fuga di capitali all'estero. Non è possibile fermarla?"

Presidente ABI: "E come presidente...qui non si tratta di cittadini che portano valige di banconote all'estero, la fuga di capitali avviene in varie forme e pensare di bloccarle tutte è praticamente impossibile a meno che non intenda congelare tutti i conti correnti degli italiani."

Salvini: "Non capisco di cosa si preoccupano...se torniamo alla lira le tasse scenderanno..."

Presidente ABI: "Non è questa la ragione presidente...trasferiscono il proprio denaro all'estero per mantenere lo stesso potere di acquisto all'estero e per incrementarlo una volta che la lira si sarà deprezzata facendolo rientrare. Sempre se la situazione finanziaria del Paese dovesse rimanere tranquilla."

Salvini: "Capisco...beh allora dovremmo fare il passaggio il più velocemente possibile!"

Presidente ABI: "Intende il ritorno alla lira? Non è una operazione facile."

Salvini: "Ora ne discuterò con il governatore della Banca d'Italia..."

Salvini congeda il presidente dell'ABI e convoca per il giorno seguente il governatore della Banca d'Italia al quale illustra la sua intenzione di uscire dalla Unione Europea e quindi dall'euro e gli fa presente le considerazioni che ha sentito dal presidente dell'ABI chiedendo a questo punto quanto tempo occorre per tornare alla lira.

Governatore BdI: "Tornare alla lira? A prescindere dagli aspetti negativi il passaggio necessiterà di un periodo di un anno e mezzo, forse due."

Salvini: "Un anno e mezzo o due? Così tanto? Abbiamo bisogno che avvenga in molto meno tempo."

Governatore BdI: "Si presidente...di sicuro non meno di un anno. E' una operazione alquanto complessa. Più o meno è il tempo che è servito per passare dalla lira all'euro."

Salvini: "Ma voi oltre ad avere quella esperienza dovreste aver fatto una simulazione di uscita dall'euro, almeno durante i periodi di crisi!"

Governatore BdI: "Certo presidente, ma la questione non è di sapere cosa fare, ma di farla. E' la fase di implementazione che richiede molto tempo e ritengo che già un anno sia una stima ottimistica. Senza contare le conseguenze per il settore industriale, bancario ma anche per noi."

Salvini: "A cosa si riferisce?"

Governatore BdI: "Alla passività verso le banche centrali dell'eurosistema che al 31 dicembre del 2015 ammontavano a ben 248 miliardi di euro. In caso di uscita dall'euro è una passività che dovremmo saldare."

Salvini: "Ma tornando alla lira e non avendo più vincoli da parte della Banca Centrale Europea non avremmo difficoltà a rimborsare."

Governatore BdI: "248 miliardi sono sempre 248 miliardi presidente...quasi il 16% del PIL attuale. Se poi ci aggiungiamo la svalutazione della lira dovremmo rimborsare qualcosa come il 20% dell'attuale Prodotto Interno Lordo!"

A quel punto Salvini, piuttosto amareggiato, decide di rinviare temporaneamente la decisione di presentare la richiesta italiana di uscita dalla Unione Europea e convoca il suo ministro dell'economia.

Ministro E.: "Ma Matteo, lo abbiamo promesso in campagna elettorale...che diremo ora ai nostri elettori?"

Salvini: "Il federalismo!"

Ministro E.: "Il federalismo?"

Salvini: "Si...rispolveriamo il vecchio tema del federalismo, diciamo che per contrastare meglio la reazione dei mercati e per avere maggiore successo occorre prima procedere con il federalismo e subito dopo potremo passare alla lira, due piccioni con una fava: federalismo e ritorno alla lira!"

Ministro E.: "Pensi che ci crederanno?"

Salvini: "Certo che ci crederanno! Gli italiani credono a qualunque cosa, se la sai raccontare bene!"



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